sabato 17 maggio 2008

Il mio sogno:


"Enovagabondo"

Amico mio,
nettare sopraffino,
dedico a te i miei ebbri versi,
placebo viatico dell'umane insoddisfazioni.

L'ombre,
giocate dal sole d'autunno,
tra le vitate colline,
dall'alba al tramonto,
evocano le fantasie del tempo.

Ed io,
insaziabile d'enoica esperienza,
inganno il divenire nel purpureo calice.

La sera,
stanco di vagare,
mi lascio sorprendere dagli effluvi della cucina.

Avvinto dalla voluttuosa trifula,
complice l'inebriante bevanda,
ormai sazio,
sprofondo nell'orgasmo di ricordi lontani.

Nessun commento: